La II guerra mondiale aveva portato dolore e distruzione in tutte le case.
Cosi il primo e impellente bisogno divenne quello di dimenticare le crudeltà subite e di ricostruire il paese distrutto.
Dopo il ripristino delle abitazioni bombardate, ritornò il desiderio per divertirsi.
Un gruppo di cittadini decise di incontrarsi per organizzare una sagra del paese,
costituirono un comitato e si recarono dal direttore della locale agenzia della
Cassa di Risparmio di Bologna, Francesco Placci, il quale a sua volta si fece promotore dell’iniziativa.
E cosi, nell’inverno 1956/57, circa venti cittadini fontanesi si riunirono col Placci
che in quell’occasione rivestiva la carica di presidente onorario del gruppo e progettarono la “Sagra della Piè Fritta”.
Fu stabilito che la sagra si sarebbe dovuta svolgere tutti gli anni nel giorno di pasquetta e che
l’ingresso del paese avrebbe dovuto essere libero e gratuito, come anche la distribuzione della piè fritta.
I preparativi cominciarono molto tempo prima dell’evento con la ricerca dei fondi necessari.
In un secondo momento si provvide alla raccolta della farina, dell’olio, dello strutto, delle uova,
e tutti i fontanesi furono chiamati a dare il proprio contributo per la riuscita della manifestazione.
Sin dalla prima festa del 1957 furono realizzati i piatti ricordo della sagra, dalla Cooperativa Ceramica di Imola.
Ai vari coordinatori spettava il compito di preparare, ancora prima dell’alba,
l’impasto che sarebbe stato tirato dalle donne col matterello, quindi tagliato a pezzi delle idonee dimensioni e gettato in padella.
Il prodotto già fritto era ammucchiato sui lunghi tavoli dove sarebbe poi stato confezionato,
dai più giovani, negli appositi sacchetti o nei vassoi, pronto per essere distribuito a tutti gli intervenuti.
Già dal primo mattino gruppi di ragazze fontanesi, vestite col tipico costume bianco azzurro,
si disponevano sulla strada principale dove fermavano gli automobilisti di passaggio per donare loro piè fritta e fiori alle rispettive mogli.
Durante la festa, gli intervenuti potevano degustare vini ed altri prodotti tipici.
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